Pescara. Sono “oltre gli 100mila infermieri infettati dall’inizio della pandemia a oggi, e 83 quelli che non ce l’hanno fatta” di fronte a “un nemico contro cui avremmo potuto e dovuto combattere con armi ben diverse. Questi i ricordi dolorosi che ci accompagneranno ancora per lungo tempo”.
A ricordarlo è Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up che, in occasione delle celebrazioni della Giornata Internazionale dell’Infermiere del 12 maggio, lancia un appello alla politica: questa figura professionale “deve essere considerata come il perno di un rinnovamento che deve partire dal rafforzamento della sanità
territoriale”.
Con le nuove risorse del Piano Nazionale di Resilienza destinate alla sanità, precisa, “è necessario ricostruire in modo intelligente di servizio sanitario, partendo dalle basi, il rapporto del professionista infermiere con la comunità in cui opera, non solo nella realtà ospedaliera”.
Per farlo, prosegue “occorre partire, ovunque, con le assunzioni dell’infermiere di famiglia, progetto mai decollato veramente, perché il perno della nuova sanità territoriale sarà sempre di più un infermiere che deve prendersi cura del cittadino secondo le competenze che lo contraddistinguono, ma che deve anche sostenerlo ed informarlo, promuovendo educazione sanitaria”.
Il sindacato chiede infine, conclude De Palma, “l’eliminazione del vincolo di esclusività, così da favorire l0avviamento della libera professione per gli infermieri pubblici dipendenti, al pari dei medici, che in tal modo potranno aiutare a garantire la funzionalità di centinaia di RSA e Case di Cura, che da mesi lamentano gravi carenze di personale di assistenza”.