Pescara. “In questi anni è mancata la cultura delle priorità. Ci vogliono istituzioni, programmi, regole all’altezza. Noi ce la stiamo mettendo tutta e i risultati si stanno già vedendo. Il 28 ottobre scorso c’è stato un miracolo: il Parlamento europeo ha approvato l’estensione delle reti di trasporto alla dorsale adriatica. Ma conta anche avere la banda larga: abbiamo impegnato 69 milioni per la copertura del territorio e altri ancora ne arriveranno. L’importante è agire per obiettivi”. Lo ha detto il Presidente della Giunta regionale Luciano D’Alfonso al convegno “L’Europa e il Mezzogiorno” che si è tenuto ieri pomeriggio alla Provincia di Pescara e che ha visto quali relatori l’europarlamentare Gianni Pittella, l’ex Presidente del Senato Franco Marini, il coordinatore dei progetti strategici per il libro “Scusate il ritardo” Claudio Cipollini e il docente di Politica economica all’università di Teramo Francesco Passarelli. La conduzione del dibattito era affidata a Natalia Lombardo, giornalista de L’Unità. “L’Abruzzo – ha spiegato D’Alfonso – attualmente presenta 476mila occupati, 127mila imprese attive, 27 miliardi di Pil, 1.200 brevetti e invenzioni, 25 miliardi di raccolta bancaria, 60mila studenti universitari: ci mancano 50mila occasioni di lavoro e io ritengo che un patto con le imprese qui si possa fare. Abbiamo già firmato 19 Contratti di sviluppo, sartoriali, ritagliati sui bisogni delle imprese, perché l’azzeramento della procedura è una cosa favolosa e la riforma Madia è portentosa in questo. Dobbiamo dotarci di un paniere di strumenti che sia veloce nel portare economia”. In conclusione il Presidente ha chiesto a Pittella di sui quali possono contare al momento”. L’europarlamentare ha esordito impegnandosi a prendere “un’iniziativa forte con la commissaria europea responsabile per gli scali aerei minori”. Poi ha parlato del sud: “Ci sono anche cause europee nel ritardato sviluppo del Mezzogiorno: le politiche di austerità volute da Barroso non hanno aiutato, anzi hanno fomentato l’antieuropeismo e i fenomeni nazionalisti come i vari le Pen e Salvini. Ma c’è anche il fattore della nostra collocazione nel Mediterraneo e tutto ciò che questo comporta: la Siria, la Libia, la Turchia, i Balcani che non sono ancora totalmente pacificati, ma soprattutto il grosso problema dei profughi, per i quali non si è ancora riusciti a trovare una soluzione accettata da tutti”. Infine Pittella ha proposto di “far muovere insieme le regioni del Mezzogiorno su temi quali cultura e infrastrutture. Liberiamoci dalle sindromi dello sconfittismo e del peggiorismo, dagli sfasciacarrozze”.
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