Montesilvano. Sono partite da Chieti e Francavilla al Mare le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale teatino che, con la collaborazione dei colleghi di Pescara, lo scorso pomeriggio, hanno permesso il sequestro di 34 chili di eroina all’interno di un’abitazione di Montesilvano. Come già riportato da AbruzzoLive, si tratta del più grande sequestro di stupefacente avvenuto in Abruzzo negli ultimi anni.
I carabinieri hanno fatto irruzione all’interno di un appartamento sul lungomare nord, preso in affitto da due cittadini albanesi, Alfred Tusha e Leonard Spahiu, rispettivamente di 28 e 48 anni, entrambi incensurati. A condurre i carabinieri sulle tracce dei due trafficanti sono stati gli sviluppi dei recenti sequestri di droga operati nella provincia di Chieti dagli uomini dell’arma e il monitoraggio di alcuni pusher che gravitano tra Chieti, Francavilla al Mare, Pescara e Montesilvano: le attività info-investigative avevano accertato un netto calo nella distribuzione della sostanza stupefacente a causa dell’emergenza Coronavirus, sia a livello di spaccio ai tossicodipendenti, che di forniture di grosse quantità di sostanza stupefacente in relazione agli stringenti controlli sulle strade e autostrade.
Le attività investigative avevano anche determinato, soprattutto all’avvicinarsi della fine della fase 1 dell’emergenza, sia l’aumento delle richieste dei tossicodipendenti, sia le aspettative dei pusher sull’arrivo di un grosso carico di droga. Sono stati così attivati degli specifici servizi finalizzati sia a capire il momento dell’arrivo della partita di sostanza stupefacente che avrebbe dovuto calmierare il mercato, sia l’inizio della distribuzione.
Lo scorso pomeriggio, durante queste attività investigative, i militari hanno notato un giovane di Chieti, abituale assuntore di stupefacenti e pusher di discreto livello, discutere animatamente con due soggetti, identificati di nazionalità albanese. Subito dopo, i due uomini si sono allontanati in direzione di Pescara, sempre seguiti dai carabinieri che, anche in considerazione di notizie che davano come arrivata in provincia di Pescara la fornitura di droga, decidevano di spingersi anche oltre i confini della provincia teatina, con la collaborazione dei colleghi pescaresi, impegnati in analoghi servizi di contrasto allo spaccio. Giunti a Montesilvano, i due albanesi sono scesi dall’auto e sono entrati in una palazzina del lungomare nord: dopo una breve attesa, uno dei due è ritornato in auto.
Nella consapevolezza che stesse per essere effettuato uno scambio di droga, i carabinieri, per non vanificare quanto sinora fatto, intuendo che si fosse arrivati al grossista, hanno deciso di bloccarlo prima che si allontanasse: è stato trovato in possesso di 4 panetti termosaldati di eroina del peso cadauno di 500 grammi. Un particolare rendeva i militari consapevoli di essere arrivati alla centrale di distribuzione dell’eroina: la plastica dei panetti era ancora calda, il che significa che i panetti erano stati appena confezionati. Il tempo necessario per far convergere Aaron, il cane antidroga del nucleo cinofili del comando legione carabinieri Abruzzo e Molise, e i carabinieri sono irrotti nell’abitazione indicata dal cane: il ritrovamento di una pressa idraulica, delle forme e dei contenitori in plastica hanno dato agli agenti la piena consapevolezza di aver individuato il laboratorio dove la droga veniva suddivisa in panetti da mezzo chilo, per essere avviata alla distribuzione al dettaglio sul mercato abruzzese.
Infatti, subito dopo, sono stati recuperati all’interno di un armadio della stessa camera da letto due sacchi contenenti 25 chili di eroina, 5 chili della stessa sostanza già “tagliati” e pronti per la vendita al dettaglio, e altri 3 panetti, dello stesso stupefacente, del peso complessivo di 2 chili, nascosti in una intercapedine presente sotto il tavolo da pranzo, nonché una notevole quantità di sostanza da taglio. Considerando che i quattro chili di droga, contenuti nei panetti recuperati, sarebbero stati tagliati almeno altre tre volte prima di essere immessi sul mercato, la droga sequestrata, se immessa sul mercato, avrebbe fruttato all’organizzazione criminale circa due milioni di euro, anche perché, a seguito della quarantena, la richiesta è aumentata e quindi il prezzo della droga è lievitato, in funzione della nota regola del rapporto tra domanda e offerta. Gli arrestati, che dovranno rispondere delle accuse di traffico internazionale e illecita detenzione di stupefacenti, sono stati associati al carcere di Pescara.
Sicuramente, comunicano i carabinieri, l’ingente quantità di droga sequestrata renderà ancora più problematica la ricerca di droga pesante sul mercato abruzzese, circostanza che costituisce un duro colpo all’economia criminale che vive e sfrutta il dramma di tantissimi poveri ragazzi. Questi ultimi, però, continuano a vivere un prolungato lockdown, sicuramente positivo per la loro salute, anche in relazione ai segnali positivi che sono giunti dai Sert della zona, sul miglioramento delle condizioni di tantissimi tossicodipendenti costretti alla quarantena.
Ecco il video, fornito dalle forze dell’ordine, che mostra l’interno del laboratorio.