Pescara. “Un annuncio ha sconvolto le famiglie delle vittime dopo che il 30 ottobre, a Pescara, si è tenuta un’asta delle bottiglie di vino pregiato che si trovavano nell’hotel e che si sono salvate dalla valanga”. A renderlo noto è l’avvocato Romolo Reboa che, insieme ai legali Gabriele Germano, Massimo Reboa, Silvia Rodaro, Maurizio Sangermano e Roberta Verginelli, assiste le famiglie di quattro vittime della tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola.
“Le ha messe in vendita il curatore del Fallimento 70/2010, Del Rosso srl, mentre non è conosciuto chi farà il macabro brindisi al prezzo di aggiudicazione di 1.800 euro e ha partecipato per rilanciare, dato che il prezzo base era di 700 euro. L’annuncio è apparso sul sito Aste Giudiziarie” prosegue l’avvocato.
Solo uno dei quindici lotti è stato aggiudicato, suscitando però l’indignazione dei familiari delle persone morte nell’hotel. “Ciò che li ha sconvolti” afferma l’avvocato Reboa “è che vi è stata un’asta che ha visto più persone competere tra loro per assicurarsi le bottiglie della cantina della morte”. Sono state infatti vendute, con un rilancio di 1.800 euro, dopo essere partiti da una base d’asta di 700 euro, numerose bottiglie contenenti vini pregiati, champagne e birre, un tempo custodite nella cantina del resort. “Chi farà il macabro brindisi?” si chiedono i familiari. Negli altri quattordici lotti, le cui aste sono andate invece deserte, figuravano molti altri beni di varia natura: quadri, divani, specchiere, vasi, librerie, tavoli, statue, piatti e zuppiere, ma anche lettini della Spa, vasche a idromassaggio, macchinari per trattamenti estetici e altri articoli che si trovavano all’interno del centro benessere annesso all’albergo. All’asta, inoltre, caldaie a pallets, seghe elettriche e un gruppo elettrogeno, insieme a pregiati manufatti realizzati con ceramiche di Castelli, nel teramano.
L’avvocato infine mette in luce come “esca oggi un soggetto nuovo, il Fallimento 70/2010 Del Rosso srl, che risulta proprietario dei mobili dell’Hotel Rigopiano e che, certamente con l’autorizzazione del giudice delegato del tribunale di Pescara, Domenica Capezzera, li ha messi in vendita. Vi è un soggetto nuovo, un curatore fallimentare, mai ascoltato nell’inchiesta penale, che potrebbe rivelare informazioni preziose sullo stato dei luoghi, sulle autorizzazioni, e che mi riservo di convocare per una audizione in sede di indagini difensive” conclude Reboa.