Montesilvano. Una città (e un mare) piena di barriere: un’accessibilità per i disabili sbandierata, ma negata persino nei lavori pubblici, a Montesilvano, città turistica da mezzo milione di presenze annue.
Le incongruenze e irregolarità della riqualificazione di piazza Venezuela in zona alberghi. Spiagge recintate e privatizzate persino nelle spiagge libere. Il nuovo sindaco ricostruisca nei fatti un’accessibilità per tutti, agli spazi pubblici e al mare, e avvii un processo di partecipazione che coinvolga tutti i cittadini.
1. Montesilvano si è fatta vanto di essere una città per i bambini, grazie alla lunga, bassa, spiaggia sabbiosa, adatta ai più piccoli e alle famiglie, dono di natura e bandiera verde per la spiaggia (ma senza bandiera blu per il mare, perché la città non è abbastanza pulita, sostenibile e inclusiva). Altro vanto sbandierato in campagna elettorale era quello di avere una mare senza barriere, grazie anche all’attività dell’ufficio disabili guidato da Claudio Ferrante e alle spiagge con accesso diretto all’acqua per le carrozzelle. Ma oggi del mare senza barriere rimane solo un cartello e l’icona scolorita della carrozzella su qualche camminamento a mare. Scomparsi ombrelloni e servizi di assistenza ai disabili. Finita l’attenzione per l’accessibilità e le disabilità? (Nonostante il nuovo sindaco De Martinis si sia riservato per lui stesso queste competenze?).
2. Quello che preoccupa di più è, non solo la carenza delle normative edilizie locali, del regolamento viario assente, l’inadeguatezze delle norme urbanistiche, che hanno prodotto fino ad oggi una città senza marciapiedi, senza alberi, senza parcheggi pubblici, anche nelle nuove costruzioni e soprattutto nelle ricostruzioni. Carenze e insicurezze dei percorsi pedonali, denunciati quotidianamente da Carmen Passariello e dalle donne del PP1, su corso Strasburgo e sottopassi ferroviari, viale Aldo Moro e attraversamenti intorno al Palacongressi e zona alberghi, sulle strade e aree pubbliche intorno alle scuole e ai servizi di quartiere. Quello che è insopportabile è che si spendano soldi pubblici per lavori pubblici, senza rispettare le norme minime sull’abbattimento
delle barriere architettoniche. Il nuovo intervento su piazza Venezuela, firmato dall’ufficio tecnico comunale, di dubbia qualità e senza il nome di un progettista, realizzato da un’impresa locale che tanto è stata criticata per
abbattimenti, capitozzature e rasature al suolo del verde cittadino, costa oltre 21 mila euro, ma tra le tante perplessità progettuali ed esecutive, rischia di essere citato in giudizio dai cittadini e operatori del PP1 per non rispettare le norme nazionali sulle barriere architettoniche.
3. A parte il fatto di piantare pochi mini-alberi, in una piazza di quasi due ettari, in piena estate, con interventi di pavimentazioni, arredi e luci senza disegno, senza presentazione pubblica preventiva del progetto, è inaccettabile che in un nuovo intervento pubblico si realizzino dei camminamenti pedonali nel prato con larghezza di circa 1 m, facendo riferimento ad una superata normativa sulle barriere architettoniche del 1989, che riguardava gli edifici privati, ignorando le prescrizioni per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici
(DPR 503-1996) e le prescrizioni per la realizzazione di nuovi marciapiedi (D.M. 5-01-2001, sulle caratteristiche geometriche e funzionali delle strade). Tutte le norme prescrivono per nuovi marciapiedi e percorsi pedonali un minimo di 1,5 m. Non si capisce perché il camminamento perimetrale della nuova piazza, di appena 1 m, debba risultare inaccessibile e due carrozzelle che si incrocino, sia privo di alberi che la ombreggino e di idonea illuminazione. Mentre il parallelo marciapiede di via Aldo Moro, fiancheggiato dai pini storici, è tuttora inagibile perché dissestato dalle radici delle piante e con pavimentazioni disconnesse.
4. E non va meglio per l’accessibilità alla spiaggia e al mare. Anche nella zona più prestigiosa degli alberghi e nel nuovo quartiere del PP1, sono disastrose le condizioni delle pavimentazioni, pericolosi e inaccessibili alle carrozzelle gli attraversamenti stradali, occlusi da occupazioni di suolo pubblico i percorsi pedonali e l’accesso al mare. La pratica delle reti intorno agli stabilimenti balneari produce l’abuso della privatizzazione di interi tratti di spiaggia di centinaia di metri, recintati e inaccessibili, con chiusura dei varchi a mare. Addirittura si arriva a dare in concessione intere spiagge libere e ad occuparle con ombrelloni permanenti, per tenere lontani dalle spiagge
libere indesiderati, sfaccendati e non paganti.
5. Al nuovo sindaco De Martinis rivolgiamo le seguenti proposte: a) Il sindaco, in autotutela, ponga rimedio agli errori ed abusi segnalati, avviando una nuova fase di ascolto e condivisione con tutti i cittadini, dei nuovi progetti per la città. b) Oltre al piano del traffico e al PUMS intercomunale, occorrerà predisporre un Regolamento
viario e rivedere il Regolamento edilizio comunale per garantire il rispetto delle leggi ed il coordinamento con le norme urbanistiche locali, sui temi dell’abbattimento delle barriere architettoniche, su marciapiedi, recinti, accessi, misure per favorire la pedonalità, ciclabilità, l’uso del trasporto pubblico, il verde, la dotazione di spazi pubblici e percorsi ciclopedonali di collegamento. c) – Bisogna garantire trasparenza qualità delle progettazioni di piani e progetti pubblici, da assegnare per concorso, con il principio dell’offerta più vantaggiosa (Piano traffico, Piano mobilità sostenibile intercomunale, Regolamento viario e Revisione REC, Piano del verde, revisione PRG e
PP1). d) – Visti i numerosi errori di progettazione riscontrati nelle opere pubbliche e la necessità di garantire la partecipazione dei cittadini e dei portatori di interesse locali, sarà vantaggioso per tutti la pubblicazione preventiva sul sito del comune dei progetti di opere pubbliche prima della loro definitiva autorizzazione, per permettere a chiunque di segnalare errori, omissioni e proposte di miglioramento, rendendo la costruzione della città nuova un processo pubblico, trasparente e partecipato. Migliorerà sicuramente la qualità delle realizzazioni, ed il senso di identità e appartenenza dei cittadini alla propria città.