Pescara. Knockout game, pestaggi e rapine nelle notti della movida pescarese. Protagonista della vicenda una gang di giovanissimi, sgominata dai carabinieri e dalla Squadra Mobile di Pescara. In manette sono finiti un 17enne e un 14enne, entrambi pescaresi, accusati a vario titolo di rapina, estorsione ricettazione, minacce aggravate e porto abusivo di armi. Insieme ai due è stato segnalato un 13enne, che non è imputabile. Il più grande dei due arrestati, inoltre, è stato anche indagato in stato di libertà, insieme ad altri quattro maggiorenni (di età compresa tra i 18 e i 19 anni), per una serie di aggressioni e pestaggi avvenuti sulla riviera di Pescara nella notte del 28 giugno 2015. Nello specifico, la sera del 28 giugno sul lungomare nord di Pescara, si verificavano una serie di aggressioni da parte di alcuni giovani che si erano divertiti ad assalire e malmenare ignari cittadini che passeggiavano con le modalità tipiche della perversa e pericolosa pratica del “knockout game, anche con l’utilizzo di caschi come armi contundenti, . Più di un testimone, infatti, aveva raccontato che il “branco” si esaltava al grido di “Ko!” ogni volta che qualcuno, improvvisamente e senza alcun motivo, veniva colpito e buttato a terra. Quella sera, infatti,tre giovani erano costretti a fare ricorso alle cure dei sanitari per le ferite subite, riportando prognosi comprese tra i sette e i quindici giorni. In quell’occasione un 18enne, colto in flagranza, fu subito arrestato. Altri episodi di violenza sarebbero stati commessi, il 19 luglio, il 28 luglio e il 5 agosto. Un ragazzo di 16anni, una delle vittime del “branco”, la notte tra il 19 e il 20 luglio scorso si è presentato in questura per riferire che, mentre si trovava nei pressi di uno stabilimento balneare della riviera nord, era stato aggredito e picchiato da alcuni giovani, tutti armati di coltelli. Il giovane, accompagnato dal padre, ha precisato che il motivo dell’aggressione era del tutto futile poiché uno dei ragazzi, il 17enne arrestato oggi, da qualche giorno l’accusava falsamente di aver molestato la sua fidanzata. La vittima ha anche precisato che, tra i giovani che frequentano di sera il lungomare, era da tempo noto il fatto che il 17enne ed il gruppo dei suoi amici si comportavano da bulli, girando armati di coltelli e divertendosi a molestare e minacciare coetanei per le più assurde banalità, seminando il panico. Si trattava di un chiaro riferimento a quanto accaduto la sera del 28 giugno. Il 17enne è anche ritenuto l’autore di un rapina avvenuta la mattina del 28 luglio scorso ai danni di due ragazzine di 16 anni. Le due vittime, mentre percorrevano a piedi la centralissima Corso Umberto per trascorrere una tranquilla giornata di mare, sono state avvicinate dal 17enne e da un altro giovanissimo, i quali non hanno esitato a puntar loro un coltello alla gola per impossessarsi del contenuto della sacca da mare. Il bottino dell’ennesima rapina, anche in questo caso, è stata di pochi euro, oltre ai telefoni cellulari delle adolescenti. La folgorante carriera criminale del 17enne si è conclusa il 5 agosto scorso con l’arresto per una rapina commessa ai danni di una donna nel parcheggio della golena sud. L’eco avuto dal suo arresto ha permesso di abbattere il muro di omertà eretto sulla paura che aveva protetto le malefatte dei due rapinatori: ai carabinieri si sono presentati così due 16enni i quali hanno raccontato di un ulteriore colpo messo a segno , questa volta dal 14enne arrestato oggi, con altro complice al momento non ancora identificato, il 19 luglio scorso. Luogo dell’evento è via Gioberti, dove i due adolescenti, seduti tranquillamente a parlare sui motorini, sono stati avvicinati da due malviventi i quali, puntando un coltello alla gola di uno dei due si sono fatti consegnare i portafogli con dentro qualche euro. Alla luce degli elementi raccolti da Polizia e Carabinieri, su richiesta del pm Antonio Altobelli, il gip del Tribunale per i Minorenni di L’Aquila, Alessandro Giordano, ha messo la parola fine a quasi due mesi terrore vissuti da giovani e giovanissimi in centro e lungo la riviera, disponendo per il 17enne la misura cautelare della custodia in carcere presso un Istituto Penale Minorile e per Il 14enne la misura cautelare del collocamento in comunità. I dettagli sono stati forniti in conferenza stampa dal capitano dei carabinieri Claudio Scarponi e dal capo della Squadra Mobile Pierfrancesco Muriana. Il capitano dei carabinieri Claudio Scarponi e il capo della Squadra Mobile Pierfrancesco Muriana in conferenza stampa hanno sottolineato l’indole violenta del “branco” . “Stiamo parlando” hanno detto “di giovani e giovanissimi accomunati dall’appartenenza al gruppo che aveva fatto della violenza e prevaricazione il proprio cavallo di battaglia. Sono ragazzi appartenenti a famiglie senza particolari problemi, famiglie tutto sommato normali. Questi ragazzi non hanno agito per profitto ma per l’affermazione della propria supremazia”. Scarponi e Muriana hanno, infine, evidenziato che la collaborazione delle vittime è stata fondamentale per risalire ai componenti della gang.
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