Pescara. La polizia e la Guardia di Finanza di Pescara, su disposizione del Tribunale del capoluogo adriatico, hanno sequestrato beni mobili e immobili in zona Fontanelle per un valore complessivo di circa 500 mila euro riconducibili a Paolo De Luca, 45anni, gia’ personaggio di spicco della famigerata “Nuova Banda Battestini”. De Luca nel maggio del 2013 era finito in carcere a seguito del pronunciamento della Cassazione per una serie di rapine a banche e portavalori messe a segno tra il 2000 e il 2006 dalla banda di cui faceva parte. Il 45enne era considerato a capo dell’organizzazione al pari di Massimo Ballone, ex componente della banda Battestini. L’ingente patrimonio sequestrato oggi e’ costituito da 4 unita’ immobiliari – 2 appartamenti e relative pertinenze -, una autovettura e un furgone, per un valore commerciale stimato in circa 500 mila euro. L’operazione e’ il risultato di un articolato lavoro investigativo espletato dalla polizia e dalla guardia di finanza in applicazione del decreto legislativo n.159 del 6 settembre 2011, noto come “Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione”. Tale norma, infatti, non e’ indirizzata ai soli indiziati di appartenenza ad associazioni per delinquere di stampo mafioso o a sodalizi criminali tradizionalmente ritenuti “piu’ pericolosi”, ma ben puo’ essere estesa a tutte quelle persone che rientrano nella categoria della criminalita’ comune purche’ risulti dimostrata la loro pericolosita’ sociale nonche’ la sproporzione tra il valore dei beni posseduti ed i redditi dichiarati, si’ da far ritenere che tali beni siano, in tutto o in parte, frutto di attivita’ illecite o ne costituiscano il reimpiego. De Luca e’ gravato da significativi precedenti penali e segnalazioni di polizia per reati contro il patrimonio, in particolare rapine, e sfruttamento della prostituzione. Per lo Stato era privo di attivita’ lavorativa lecita, dunque fonti reddituali.Tutti i beni, mobili ed immobili, originariamente cointestati a De Luca ed alla ex moglie, sono attualmente intestati esclusivamente a quest’ultima. Nel corso dell’indagine, tuttavia, sono stati raccolti elementi idonei a suffragare la tesi – pienamente accolta dall’autorita’ giudiziaria – che tale trasferimento di proprieta’ costituiva un espediente posto in essere, in seguito alla fittizia separazione, per evitare l’aggressione patrimoniale da parte delle forze di polizia. Il provvedimento e’ l’ennesimo frutto della sinergica collaborazione avviata negli ultimi anni tra le forze di polizia. che ha visto intensificare in maniera decisiva le attivita’ finalizzate all’aggressione dei patrimoni accumulati illecitamente e che, nell’ambito di diverse operazioni effettuate fin dal 2007, ha consentito di sequestrare e confiscare beni per circa 38 milioni di euro.
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