Pescara. “Il fiume Pescara è malato e ha bisogno di ulteriori ricerche e di cure efficaci. Preoccupano la contaminazione da arsenico e l’eccessivo impatto antropico. Bisognerebbe vietare la pesca nell’intero bacino e completare la caratterizzazione degli inquinanti presenti nel sito di Bussi.”. Lo affermano Wwf e Legambiente Abruzzo, all’indomani della riunione convocata dal ministero dell’Ambiente, sullo studio dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo che ha rilevato la presenza di mercurio nei pesci nel fiume Pescara. Le due associazioni, presenti all’incontro, “non possono non sottolineare con amarezza l’assenza di chi, pur invitato, ad esempio il Comune di Chieti e la Asl di Pescara, non ha ritenuto di dover partecipare. Nello stesso tempo si rammaricano ¬ si legge in una nota – per alcuni mancati inviti, giustificati dal Ministero con il fatto che la discussione sarebbe stata incentrata sul Sito di Interesse Nazionale per la bonifica di Bussi, di diretta competenza del Ministero stesso, e non su tutta l’area potenzialmente contaminata”.
“Dalla discussione ¬ evidenziano – è emersa una preoccupante lentezza del servizio veterinario della Regione che, pur avendo commissionato e ricevuto lo studio dell’Izs, ha convocato solo per oggi una prima riunione interna per valutarne la portata e non avrebbe invece avvertito altri settori regionali egualmente interessati, a cominciare da quello della tutela dell’ambiente. È inoltre emersa una preoccupante sottovalutazione dei dati contenuti nello studio che avrebbe dovuto invece indurre i sindaci, al di là di una mancata comunicazione ufficiale ad personam, a vietare la pesca e il consumo alimentare nelle aree potenzialmente contaminate con ordinanze tempestive”. “Sarebbe a questo punto anzi decisamente opportuno un intervento in tal senso della Regione che dovrebbe vietare la pesca nell’intero bacino del fiume Pescara, a tutela della salute umana, o al più consentirla esclusivamente con la modalità del catch and release. È emersa infine ¬ proseguono gli ambientalisti – per l’ennesima volta l’esigenza di completare una caratterizzazione che tuttora, a distanza di anni, risulta assurdamente incompleta, con l’Arta che arranca ma non convince”. Per quanto riguarda il lavoro dell’Istituto Zooprofilattico, Wwf e Legambiente sottolineano che “lo studio ha preso in considerazione solo alcuni inquinanti che, nel tempo, dovranno continuare a essere monitorati perché altamente tossici. Bisognerà inoltre cercarne degli altri perché sulla base dei risultati sin qui ottenuti gli autori della ricerca ritengono che siano molecole sin qui non individuate quelle che determinano i danni genetici rilevati. Va infine considerato ¬ osservano – che non c’è solo il mercurio: nello studio si sottolinea che ‘la concentrazione di arsenico è rilevante in tutti i punti di campionamento ed è quindi necessario approfondire l’origine della contaminazione'”. “C’è quanto basta perché ci si muova, a ogni livello, creando una cabina di regia che possa esaminare con urgenza le condizioni del maggiore fiume abruzzese fermando ogni progetto che potrebbe peggiorare una situazione già grave: l’IZS ha accertato che è malato. Ora servono approfondimenti diagnostici e cure efficaci. A Bussi come ovunque ¬ concludono – cercando di far finalmente prevalere su qualsiasi altro interesse quello della collettività dei cittadini”.