Pescara. Un’interrogazione al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, in cui si chiede l’interessamento e la rivendicazione della sua competenza esclusiva in merito ai lavori riguardanti il porto di Pescara, è stata presentata dal senatore del M5S, Gianluca Castaldi. Nel documento si chiede se il ministro “attraverso adeguati atti e iniziative, non intenda rivendicare la propria competenza esclusiva in materia di Via relativa a nuovi porti e modifiche di porti esistenti avocando a sé la procedura per svolgere la Valutazione di impatto ambientale; se non ritenga utile e necessario, in questo tipo di Valutazione ambientale, considerare anche gli effetti dei cambiamenti climatici su opere che hanno una vita utile di 50- 100 anni”.
“Gli interessi economici di pochi”, spiega Castaldi, “non possono avere la priorità rispetto all’interesse di tutti i pescaresi, che è quello di avere garanzie sulle conseguenze di un’opera di dimensioni e impatto considerevoli, un’opera che qualcuno vorrebbe mettere insieme con stratagemmi irresponsabili e irrispettosi delle istituzioni e dei cittadini. Le opere vanno però fatte con trasparenza, nell’interesse degli italiani, nel rispetto dell’ambiente e senza furbizie o forzature per aggirare le regole. A Pescara, invece, da anni si cerca di costruire un porto come se fosse un puzzle, un pezzo alla volta, per non svelare da subito la vera immagine del progetto finale. Sono stati appaltati progetti, come il taglio della diga foranea e la realizzazione di una scogliera sommersa, senza completare le procedure valutative ambientali a livello nazionale”.
“Hanno battezzato”, aggiunge, “i vari lavori con nomi come “difesa della costa” o “miglioramento delle acque”, titoli che evitano accuratamente di usare la parola “porto”, in modo tale da evitare l’esame della valutazione di impatto ambientale a livello nazionale. Valutare la realizzazione dei nuovi porti e le modifiche dei porti esistenti è infatti competenza del Ministero dell’Ambiente. Questa è una vera e propria presa in giro agli abruzzesi, un inganno inaccettabile. Un’opera da centinaia di migliaia di tonnellate di cemento, piazzate alla foce del fiume, deve necessariamente superare il vaglio nazionale del V.I.A.”.