Pescara. A un mese e mezzo dall’inizio del nuovo anno scolastico, il comitato Priorità alla Scuola ha fatto partire le prime diffide legali per chiedere che il governo di Mario Draghi, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, le Regioni e gli enti locali si attivino per “apprestare tutti gli strumenti organizzativi necessari per il corretto inizio e svolgimento in presenza, al 100%, dell’attività scolastica per l’anno 2021/22; in caso contrario, saranno tenuti a rispondere in ogni sede giudiziale, civile e penale”.
Lo fa sapere, con una nota, il comitato di protesta costituito da insegnanti, docenti e studenti, nato durante la pandemia per chiedere la didattica in presenza. L’iniziativa, spiega la nota, è partita in Emilia-Romagna da un
gruppo di genitori e di legali che già hanno promosso ricorsi ai Tar, ed è stata sottoscritta da Priorità alla Scuola
che l’ha rilanciata in tutta Italia. Diffide analoghe sono già state inviate o stanno per essere inviate da Veneto,
Piemonte, Toscana, Marche e Friuli Venezia-Giulia, altre se ne aggiungeranno nei prossimi giorni.
“Il comitato Priorità alla Scuola – si legge nella nota – registra, allibito e costernato, i continui rinvii del piano Scuola
2021/22, le anticipazioni che ne fanno un documento ancora più vacuo di quello dell’anno scorso, le altrettanto
vacue dichiarazioni del ministro Patrizio Bianchi, le dichiarazioni minacciose di presidenti di Regione che si
sono già distinti per aver tenuto chiuse a oltranza le scuole dei territori che amministrano”. Il comitato “respinge la prospettiva di un altro anno segnato da profonde differenze, tra regione e regione, nella garanzia e nel godimento del fondamentale diritto all’istruzione” e annuncia “una mobilitazione nazionale per lunedì 20 settembre” con lo slogan le “carenze strutturali non si vaccinano”.