Pescara. Attraverso una società fittizia, truffavano commercianti operanti nel settore agricolo, comprando, con assegni falsi o scoperti, maiali e mangimi per animali, per poi rivenderli. Un truffa da circa ventimila euro scoperta dai carabinieri della compagnia di Montesilvano che nelle prime ore di ieri hanno eseguito sei misure cautelari per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla ricettazione. Due persone, i presunti promotori della truffa, sono ai domiciliari mentre per gli altri quattro il gip Maria Carla Sacco ha disposto l’obbligo di dimora nel comune di residenza con il divieto di uscire dalle 19 alle 7. Il sostituto procuratore che ha coordinato le indagini, partite a dicembre a seguito dell’atto intimidatorio ai danni di un imprenditore che nulla aveva a che fare con questa vicenda, e’ Gennaro Varone. Il gruppo scoperto dai militari dell’Arma, coordinati dal capitano Vincenzo Falce, avrebbe truffato due imprenditori agricoli, uno del teramano e un altro di Collecorvino. Dal primo la banda avrebbe acquistato 49 maiali pagando con un assegno di 6300 euro ma, una volta che il titolo e’ stato posto all’incasso, si e’ scoperto che l’intestatario del conto era diverso dal traente, per cui e’ stata presentata una denuncia alla Guardia di finanza Teramo. Di quegli animali, i carabinieri ne hanno recuperati 16. La seconda vittima, invece, ha fornito al gruppo 50 chili di mangime una prima volta a cui si sono aggiunti successivamente 61 chili. Ha ricevuto assegni post datati e, nel momento in cui i truffatori si sono presentati per acquistare altri 67 chili di mangime, sono intervenuti i carabinieri per far saltare l’affare. Le due vittime (non si esclude che ce ne siano altre) sono state ascoltate, hanno ricostruito gli episodi e riconosciuto i truffatori. I sei si presentavano per conto di una societa’, la Agricolservice, che non esiste, e utilizzavano una partita Iva falsa, ricorrendo a un nome fasullo per identificare il legale rappresentante della societa’. Con i titoli bancari falsi o scoperti, acquistavano il materiale, che conservavano nelle stalle, e poi lo rivendevano con rapidita’, come ha spiegato il tenente Christian Petruzzella in conferenza stampa. Una parte della merce e’ stata recuperata (solo questa notte i militari hanno rintracciato quattro suini e due quintali di mangime) e sono finiti sotto sequestro anche dei timbri utilizzati per la contraffazione. I carabinieri parlano di “una vera e propria organizzazione, un po’ rozza ma efficace, all’interno della quale ognuno aveva dei compiti definiti”, dagli ideatori all’autista, dall’addetto alla logistica a colui che procacciava i titoli falsi fino al finto imprenditore. Gli indagati sono tutti delle province di Pescara e Chieti e hanno precedenti penali, anche specifici.
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