Pescara. Un parco della depurazione, un sistema complesso, che sorgerà attorno all’attuale depuratore, finalizzato a intercettare, soprattutto in caso di piogge, le acque, così da poterle trattare, il tutto per evitare che lo sversamento diretto nel fiume possa compromettere la balneabilità delle acque. È il nuovo sistema depurativo che l’amministrazione comunale di Pescara intende realizzare per risolvere l’annosa questione dell’inquinamento del fiume e del mare, che ha imposto, solo nell’estate del 2016, 40 giorni di divieto di balneazione. Ad illustrare le novità, prima del passaggio in Consiglio comunale, previsto per giovedì, è il vicesindaco Enzo Del Vecchio. Se i 12,5 milioni di euro necessari per l’adeguamento dell’attuale depuratore ci sono già, gli altri 20 che serviranno a realizzare il parco depurativo sono in arrivo. L’amministrazione intende procedere a passo spedito e entro un anno e mezzo dovrebbero essere completati i primi interventi. “Non un nuovo depuratore sottolinea Del Vecchio perché quello che c’è basta ed avanza. Sono i sistemi collaterali che vanno implementati per affrontare in maniera più organica le criticità. Stiamo lavorando da tempo, abbiamo fatto analisi e indagini per individuare le aree, che saranno quelle attorno al depuratore.
Intanto sono partiti i lavori per l’adeguamento dell’impianto esistente, abbiamo già reperito una vasca di raccolta di prima pioggia e ne stiamo predisponendo una seconda. Poi ci vogliono gli impianti di raccolta e trattamento che andranno a comporre questo parco della filiera della depurazione”. “È una sfida importante che purtroppo ha un ritardo sottolinea il vicesindaco Già nel 1997 il sindaco Pace fu raggiunto da un avviso di garanzia per gli sversamenti. I problemi non sono un fatto degli ultimi giorni, ma sono noti già dalla costruzione del depuratore, che doveva funzionare per i reflui e che nei confronti nelle acque di pioggia è impotente. Dobbiamo fare in modo che il sistema depurativo sia potente per eliminare le criticità. La balneazione è uno degli elementi straordinari, di valore del Pil economico della nostra città e dell’Abruzzo”.
Del Vecchio definisce lo sversamento diretto nel fiume come “un’anomalia già di per sé negativa per i riflessi sul sistema ambientale e che assume contorni di drammaticità nel corso della stagione balneare, per la conseguente compromissione delle acque di balneazione con l’emissione di ordinanze di divieto di balneazione, a partire dalla cessazione dell’eventuale sversamento diretto nel fiume, come dispongono i regolamentari regionali in questi casi”. “La proposta progettuale che scaturirà da una visione più complessiva della tematica indotta dai frequenti eventi alluvionali prosegue il vicesindaco dovrà peraltro considerare tutti i punti nevralgici e critici delle reti e impianti che adducono le portate di acque nere e bianche al depuratore. Tutto questo in modo da evitare il ripetersi degli sversamenti, allorquando, pur avendo ampliato la capacità depurativa complessiva dell’impianto, esso non fosse messo in grado di ricevere il maggior quantitativo potenzialmente trattabile a causa dello sfioro per malfunzionamenti dei pozzetti principali di adduzione per guasto delle unità pompanti o per mancanza di energia elettrica, com’è accaduto”. “In questo atto di indirizzo dice il sindaco, Marco Alessandrini sottoponiamo a giudizio del Consiglio Comunale una serie di aree che abbiamo individuato previa attività di screening degli spazi disponibili e vicini al depuratore esistente, che verrà ampliato, perché possa non solo essere più robusto, ma produrre risultati migliori per la balneabilità delle acque marine. Una necessità, quella di irrobustirlo, nota da decenni, tant’è che le conseguenze della mancanza di capienza, sono sotto la lente della magistratura dal 1997. Abbiamo un’esigenza, recuperare la balneabilità del mare e a questo ci stiamo applicando, non con riunioni e proclami, ma mettendo in campo tutto ciò che è in nostro potere fare”