Pescara. Due fratelli di Roma: A.P. e P.P. sono finiti in manette con l’accusa di aver cercato di vendere un appartamento sul lungomare sud di Pescara di proprietà di una coppia di ignari pescaresi. Tutto è iniziato lo scorso 28 settembre, quando la vittima del raggiro, un commerciante pescarese alla ricerca di un immobile da acquistare, è stato contattato telefonicamente da un certo Luca, che gli aveva riferito essere il proprietario di un lussuoso appartamento sul Lungomare Colombo in vendita a 420.000 euro. Il commerciante si è mostrato subito interessato alla proposta chiedendo di poter visionare l’immobile prendendo appuntamento per il pomeriggio stesso. Una volta giunto sul posto, l’uomo è stato accompagnato da un complice del truffatore che gli ha fatto visitare tutte le stanze. L’acquirente, soddisfatto, ha ricontattato Luca dicendogli di essere interessato all’acquisto, ma allo stesso tempo ha chiesto comunque in giro informazioni sul proprietario dell’abitazione. Pescara è piccola, e il commerciante ha scoperto, con grande sorpresa, che l’appartamento non era intestato all’uomo presentatosi come Luca e che il vero proprietario, ignaro di tutta la faccenda, non aveva la minima intenzione di vendere quel bell’appartamento. L’uomo, perplesso, ha ricontattato Luca chiedendogli spiegazioni, ma il truffatore gli confermava tutto dicendogli di essere il proprietario e presentandogli un altro complice che si spacciava per un agente immobiliare che si sarebbe occupato della vendita. Il commerciante, a questo punto, intuito che potesse trattarsi di una truffa ai suoi danni, si è rivolto direttamente ai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Pescara, che nel giro di poche ore hanno organizzato la “trappola” per incastrare i malviventi. Intanto i truffatori hanno continuato imperterriti a convincere il commerciante ad acquistare l’appartamento, producendo copie di documenti di identità e tutta la documentazione inerente l’immobile, per rendere il più credibile possibile il loro ingegnoso raggiro. Ma all’appuntamento fissato per la firma del falso compromesso e la consegna del vero assegno di 15.000 euro da parte della vittima, c’erano anche i carabinieri che, attesa la consumazione del reato, hanno arrestato in flagranza i due fratelli, scoprendo che tutte le loro identità erano fasulle. I due truffatori sono stati infatti identificati. Dovranno ora rispondere dei reati di truffa, possesso di documenti di identificazione falsi, falsificazione di certificati e sostituzione di persona.
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