Pescara. “Dopo la presentazione del preventivo, per l’organizzazione dell’evento, fui richiamato dall’assessore regionale De Fanis per discutere dei dettagli. Lui inizio’ a cancellare alcune voci dal budget e disse che ci voleva una somma per lui, di 4.000 euro, che gli servivano per la campagna elettorale. Mi sentii molto turbato e decisi di parlarne con un amico, il pm Gennaro Varone, con il quale condividevo la passione per la musica, e lui mi esorto’ a presentare querela”. E’ la testimonianza resa, stamani, davanti al tribunale collegiale di Pescara, da Andrea Mascitti, l’imprenditore dello spettacolo, che con la sua denuncia ha dato il via all’inchiesta denominata’Il Vate’, su presunte tangenti nella cultura. La vicenda, che risale al 2013, vede imputati l’ex assessore regionale alla Cultura Luigi De Fanis, il rappresentante legale dell’associazione Abruzzo Antico Ermanno Falone, il responsabile dell’Agenzia per la promozione culturale della Regione Abruzzo Rosa Giammarco e l’imprenditore Antonio Di Domenica. Lucia Zingariello, ex segretaria di De Fanis, e’ invece uscita di scena avendo gia’ patteggiato una pena di un anno e 11 mesi di reclusione. Zingariello, questa mattina, avrebbe dovuto testimoniare al processo, ma non si e’ presentata per ragioni di salute. “Non riuscendo ad organizzare il premio Nascimbeni con il sostegno del Comune di Orsogna, come fatto in passato, decisi di rivolgermi all’assessore De Fanis – ha riferito in aula Mascitti -. Nel corso del primo incontro illustrai l’evento all’assessore, che sembro’ apprezzare e parlammo anche di cifre. Presentai un preventivo indicativo – ha aggiunto Mascitti – di circa 20mila euro”. Successivamente, all’inizio di marzo, un nuovo incontro con la presunta richiesta di soldi da parte di De Fanis, dopo il quale l’imprenditore presento’ querela, rivolgendosi al Corpo Forestale su indicazione di Varone. “Durante quell’incontro l’assessore mi disse chiaramente che o si faceva in quel modo o non si poteva fare – ha sostenuto Mascitti -. Io in seguito iniziai a tutelarmi registrando le conversazioni”. Mascitti, parte civile nel processo, ha raccontato ai giudici anche di una presunta seconda richiesta di danaro: “L’assessore – ha detto Mascitti – mi chiese di prendere parte all’organizzazione di un evento della Regione al Salone del Libro, che sulla base delle mie previsioni sarebbe costato circa 2.500 euro, ma De Fanis mi chiese di arrivare fino a 4.400 euro, spiegando che ci saremmo presi 1.000 euro a testa”. Subito dopo e’ salito sul banco dei testimoni Michele Brunozzi, assistente capo della Forestale, il quale, rispondendo ad una specifica domanda del pm Anna Rita Mantini, ha detto che dall’intercettazione di una telefonata tra l’ex assessore alla cultura e la sua ex segretaria e’ emerso che De Fanis “sapeva di essere sottoposto a indagine”. Una circostanza che, stando sempre alla testimonianza resa in aula da Brunozzi, De Fanis avrebbe appreso “da Chiodi e Venturoni in una riunione di partito ad Atri”. Poco prima anche l’imprenditore Mascitti aveva riferito ai giudici che De Fanis e Zingariello, “nel corso di alcune telefonate con un linguaggio in codice, mi avevano detto di stare attento perche’ eravamo tutti intercettati”. Dopo Brunozzi, hanno preso la parola altri due assistenti capo della Forestale, Monica Marinelli e Claudio Sarracino, che hanno ripercorso tutte le fasi delle indagini. Presenti oggi De Fanis, Giammarco e Falone. Gli imputati devono rispondere, a vario titolo, di concussione, induzione indebita a dare o promettere utilita’, truffa, peculato, abuso, falso in atto pubblico, corruzione, tentata induzione a dare o promettere utilita’. Il processo riprende il 23 novembre prossimo per ascoltare Lucia Zingariello e alcuni dei 24 testimoni della difesa, tra i quali l’assessore alla Cultura della Regione Piemonte e diversi sindaci abruzzesi.
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